
Centrali Operative Territoriali (COT): il futuro della sanità italiana
L’Italia ha l’obiettivo di riformare il sistema sanitario nazionale, realizzando un modello di assistenza territoriale che avvicini le persone e i loro bisogni di cura e prevenzione a strutture e operatori sanitari. Come? Grazie ai fondi stanziati dal PNRR che, una volta superata l’emergenza pandemica, mira a razionalizzare ed efficientare il sistema sanitario nazionale.
A questo scopo sarà adottata e attuata una Riforma del modello organizzativo della rete di assistenza territoriale basata:
- sul potenziamento dell’assistenza domiciliare, anche grazie all’impiego della telemedicina;
- sulla realizzazione di nuove strutture e presidi sanitari sul territorio che migliorano l’accessibilità e ampliano la disponibilità di servizi di prossimità ai cittadini;
- sulla definizione di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione sul territorio in ambito sanitario.
Cos’è una Centrale Operativa Territoriale (COT)
La COT (Centrale Operativa Territoriale) viene definita come un modello organizzativo territoriale che ha come obiettivo quello di assicurare continuità, accessibilità e integrazione della cura e dell’assistenza.
Questo nuovo soggetto avrà il compito di sviluppare una strategia digitale e data-driven sui diversi percorsi di dimissione da ricoveri e soprattutto, di identificare i percorsi di cura più adeguati, rispetto al profilo, clinico e sociale, del cittadino. Gli operatori delle COT dovranno infatti sviluppare anche competenze legate alla gestione di piattaforme di Telemedicina – telemonitoraggio e teleassistenza – promuovendo percorsi di prevenzione ed educazione sanitaria.
Le COT avranno molteplici responsabilità, con l’obiettivo di essere il punto di contatto tra le diverse fasi del patient journey per assistiti che soffrono di patologie croniche o acute. Di seguito vengono definiti in modo lineare gli ambiti di azione:
- Continuità assistenziale ospedali-territorio;
- Cure domiciliari e Cure palliative;
- Cronicità/Fragilità e Residenzialità;
- Assistenza dell’Infermiere di Famiglia e Comunità;
- Assistenza Farmaceutica e Fornitura Protesica;
- Medicina Legale, Invalidità e Trasporti Sanitari.
Il ruolo del PNRR per sostenere la digitalizzazione delle cure di prossimità
Abilitare la creazione di strutture territoriali che siano basate su tecnologie digitali è un percorso obbligato dall’approccio “One Health” che si è deciso di istituire al fine di innovare e ottimizzare l’offerta di servizi di cura e assistenza. La cabina di regia del PNRR, insieme a Consip e Agenas, avrà la missione di indirizzare al meglio i finanziamenti, evitando che si proceda in modo autonomo e frammentato ma definendo una strategia di trasformazione digitale comune.
Proprio per questa necessità di innovazione, legata anche a una responsabilità collettiva di migliorare la qualità delle cure erogate, i fondi del PNRR permetteranno lo sviluppo di almeno 600 COT in tutta Italia. L’obiettivo è prendere in carico le richieste dei cittadini e raccordarle con servizi e professionisti a disposizione, assicurando continuità, accessibilità ed integrazione dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria.
Le risorse a disposizione per questo impegnativo progetto sono 280 milioni di euro, ripartiti come segue:
- ~ 103 milioni di euro per la realizzazione delle architetture digitali delle COT;
- ~ 42 milioni di euro all’interoperabilità tra le aziende sanitarie;
- ~ 58 milioni di euro ai dispositivi (medici e tecnologici) a supporto degli operatori e dei pazienti;
- 50 milioni di euro per i servizi di Intelligenza Artificiale a supporto dell’assistenza primaria;
- ~ 25 milioni di euro da destinare al potenziamento del Portale della Trasparenza.
Perchè le COT sono importanti per i cittadini e il sistema sanitario italiano
Rafforzare le cure di prossimità e identificare il domicilio del paziente come il primo luogo in cui ricevere assistenza, rappresentano le strategie da intraprendere se si vuole puntare a erogare servizi sanitari puntuali, efficaci e preventivi.
Grazie alle tecnologie di ultima generazione, la creazione di centrali operative territoriali permetterà innanzitutto di avere una torre di controllo e monitoraggio dei servizi attivi localmente. Soprattutto, però, garantirà la presa in carico di pazienti nel luogo più adeguato, fornendo una visione chiara della storia clinica della persona, indipendentemente da dove sia stata curata precedentemente.
Infine, rendere finalmente interoperabili la documentazione clinica e i percorsi terapeutici significa elevare significativamente la qualità e l’efficienza del lavoro degli operatori sanitari, che si sentiranno più autonomi e sicuri nell’erogare servizi di cura e assistenza. In particolare, le COT saranno predisposte per perseguire cinque principali obiettivi:
- Coordinamento della presa in carico della persona;
- Ottimizzazione della rete assistenziale;
- Tracciamento e monitoraggio della transizione tra momenti di cura;
- Supporto informativo e logistico ai medici di medicina generale;
- Raccolta e monitoraggio dei percorsi integrati di cronicità dei pazienti in assistenza domiciliare.
L’Architettura cloud-native Target delle COT
L’implementazione dell’infrastruttura informatica a supporto delle COT dovrà, a livello logico-funzionale, mettere a disposizione degli operatori presenti nelle COT i seguenti strumenti:
- mappatura aggiornata di tutti i servizi della rete territoriale ed ospedaliera, completa di tutte le informazioni necessarie;
- funzionalità di accesso agli archivi di presa in carico che forniscono l’informazione di quali servizi sanitari sono attivi;
- cruscotto di gestione e monitoraggio delle transizioni di setting assistenziale con informativa sullo stato e sulle caratteristiche delle stesse;
- sistema di ricezione e invio notifiche integrato con il cruscotto delle transizioni.
L’architettura target è caratterizzata da un approccio event-driven orientato a massimizzare l’interoperabilità tra i diversi interlocutori e sistemi. Dall’immagine sottostante è infatti possibile osservare come sia stato scelto lo standard HL7 FHIR per la creazione di uno strato di comunicazione e integrazione dati che abiliti lo scambio di informazioni tra le strutture sanitarie e le COT. Occorrerà quindi creare un’architettura IT solida, scalabile ed efficiente a livello di prestazioni, che abiliti lo scambio di dati con i sistemi informatici dipartimentali e ospedalieri, alimentando e ricevendo dall’Event Broker le informazioni provenienti dal business e dai sistemi legacy sottostanti.

Source: Quaderno di Monitor “La Centrale Operativa Territoriale: dalla realizzazione all’attivazione” – Published by AGENAS, 2022.
L’utilizzo di tecnologie cloud-native per lo sviluppo di nuove applicazioni e architetture digitali è una prerogativa fondamentale per costruire il concetto di “prossimità territoriale”, poiché abilita l’interoperabilità dei dati sanitari tra diversi attori. Inoltre, permette di costruire soluzioni sostenibili nel tempo, facilmente evolvibili e in grado di scalare in modo rapido per poter sostenere il traffico elevato dovuto a un alto numero di utenti, garantendo loro un servizio affidabile e di qualità.
Conclusioni
Laddove ai pazienti viene assicurata l’assistenza più adeguata a seconda della patologia e del territorio di riferimento, al sistema sanitario italiano viene garantita una sostenibilità su diversi fronti, da quello puramente economico a quello legato all’esigenza di garantire equità di accesso alle cure nel corso degli anni.
Mia-Care sta attualmente aiutando alcuni operatori ad indirizzare la creazione di architetture event-driven basate sulle moderne tecnologie cloud-native. Queste architetture permettono di creare delle COT che non siano solo centri di assistenza territoriale, ma che diventino anche detentori e garanti dei dati clinici condivisi dai pazienti grazie allo standard FHIR.